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domenica 20 novembre 2011

SWELLING


Salita e discesa delle acque


Un unico luogo: l’effetto Swelling
   Quanto è scritto nella Genesi 1:9, “Le acque che son sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e apparisca l’asciutto”, è in accordo con la scoperta della tettonica a placche, o deriva dei continenti, scoperta circa nel 1920, dal metereologo e geofisico tedesco Alfred Wegener. Egli, infatti, ha presentato la teoria dettagliata di come gli odierni continenti fossero una volta un solo grande supercontinente, andato poi alla deriva, fino a raggiungere la parcellizzazione attuale. Questa teoria è confermata dalla scoperta dell’allineamento delle particelle magnetiche della roccia, che confermavano a loro volta il campo magnetico della terra di quei tempi. Infatti, il tracciato dei cambiamenti polari (paleomagnetismo) ha indicato che tutti i continenti si erano mossi nel tempo.
   Partendo dalla teoria della tettonica a placche, sono state individuate 7 piastre importanti e 12 più piccole. Tutte queste riposano su uno strato morbido denominato l’astenosfera e dalle Sacre Scritture si deduce che prima che “apparisse l’asciutto”, erano completamente sommerse dall’acqua. Tutto l’agglomerato dei continenti che gli scienziati hanno chiamato Pangea (dal greco pan = tutto e gea = terra), pertanto, era una sola terra situata prevalentemente nell’emisfero settentrionale (fig. 4).





   Per spiegare questo cambiamento da bagnato ad “asciutto”, possiamo rifarci all’effetto Swelling. Questo effetto assume la sua rilevanza solo quando la Terra ruota intorno al proprio asse con una velocità significativa, tale da permettere alla forza centrifuga e all’effetto Coriolis così originatisi di spostare rispettivamente grosse quantità di acqua e di aria dai poli verso l’equatore e di dare anche il via alla deriva dei continenti.
   Infatti, se questa rotazione della terra intorno al proprio asse fosse molto lenta o non esistesse assolutamente, non si potrebbe avere un accumulo di acqua verso l’equatore né ci sarebbero le forze sufficienti a far migrare le placche tettoniche, allontanandole fra di loro.
   Questa condizione estrema, velocità di rotazione bassa o nulla, spiega quello che le Sacre Scritture hanno sempre sostenuto e cioè che sulla Terra vi erano due tipologie di acque: quelle che si trovano nelle nuvole del cielo e quelle che si accumulano sulla superficie della terra sommergendola completamente.
   Parte della raccolta delle acque che si trovavano nel cielo è avvenuta a causa dell’innescarsi della rotazione della terra, che ha generato l’effetto Coriolis, dando così origine allo spostamento di masse d’aria fredde dai poli e calde dall’equatore. Oltre all’effetto Coriolis, si è anche innescato il processo di riscaldamento diurno e di raffreddamento notturno, dando origine a spostamenti di masse di aria fredda e calda ascensionali. Questi due fattori, effetto Coriolis e correnti ascensionali, sono all’origine dell’effetto pioggia, che ha portato ad un notevole aumento del livello delle acque sulla Terra.
   L’effetto Swelling ha poi reso possibile un accumulo delle acque che si trovavano sulla Terra verso l’equatore prosciugando una terra a settentrione: “dalle acque emerga l’asciutto”. Con questo effetto è anche iniziato la migrazione delle placche tettoniche e la relativa divisione dei continenti.
   L’effetto Swelling, infatti, ha reso la Terra spanciata all’equatore e schiacciata ai poli, facendo emergere dall’acqua del mare i continenti, che a quei tempi erano un unico luogo posto nella zona settentrionale denominato Pangea. Nella zona equatoriale il livello dell’acqua si è notevolmente alzato, la Terra è emersa a settentrione e le alte pressioni hanno portato ad una forte deformazione della Terra stessa passando da una forma perfettamente sferica ad uno sferoide oblato (fig. 5). 




L’effetto giroscopio
   L’effetto giroscopio è la proprietà caratteristica di una massa rotante di dar luogo ad un movimento di precessione.
   La Terra è una massa rotante che ruota rapidamente intorno al suo asse il quale ha anche un movimento conico, chiamato precessione, dovuto all’azione combinata del sole e della luna, che agisce anche sul rigonfiamento equatoriale terrestre (maree).
  
   Essendo la Terra un corpo non rigido, bensì plastico, in quanto composto da magma e da acqua facilmente deformabili dalla forza centrifuga, eventuali fenomeni di instabilità provenienti dall’esterno che potrebbero verificarsi in questo giroscopio terrestre sposterebbero l’asse del nostro pianeta, mantenendone il nuovo assetto.
   Se la Terra fosse rigida il movimento precessorio tenderebbe a riportare l’asse nella sua posizione iniziale.
   La mollicosa Terra, invece, è un giroscopio molto instabile ed è sufficiente una piccola forza esterna per spostarne i poli (che sono i punti attraverso i quali passa l’asse di rotazione di un pianeta) fino ad assumere una nuova posizione sulla superficie. Anche la velocità della Terra potrebbe subire delle variazioni. 
   Forze esterne alla Terra, l’attrazione di altri corpi celesti o l’impatto di un asteroide o di una cometa, possono cambiare la posizione dell’asse di rotazione terrestre.
   La grande forza d’impatto di questi corpi può essere enorme e varia in funzione della loro massa e della loro velocità. Questa velocità in certi casi può superare anche i 70 Km/sec.
   Un effetto di questo impatto lo si è potuto osservare nel 1994, quando la cometa Shoamaker Levy 9 è caduta su Giove, provocando schizzi infuocati grandi come la Terra.
   Qui di seguito riporto i rischi dovuti all’impatto di un asteroide sulla Terra desumati dal “Report of the Task Force on potentially hazardous of NEO” (1):
-          diametro asteroide 75 m: distruzione di aree come Londra e Tokio;
-          diametro asteroide 160 m: distruzione di aree come New York o Tokyo;
-          diametro asteroide 350 m: distruzione di aree come l’Estonia e maremoti;
-          diametro asteroide 700 m: distruzione di aree come Taiwan e i maremoti possono raggiungere scale mondiali;
-          diametro asteroide 1700 m: distruzione di aree come la Francia e le polveri possono causare una variazione del clima;
-          diametro asteroide 3000 m: distruzione di aree delle dimensioni dell’India con incendi di larghe propozioni, variazione di clima;
-          diametro dell’asteroide 7000 m: distruzione di aree come l’Europa e probabili estinzioni di massa.

   I poli geografici terrestri non sono fermi e nel corso della vita del pianeta Terra si sono spostati molte volte.
   A questo spostamento può contribuire anche una grossa massa che si forma lontano dall’equatore, come potrebbe essere un vulcano di dimensioni eccezionali che gravando sul mantello terrestre (lo stato di materiale fuso al di sotto della crosta) sposterebbe il baricentro della Terra facendo si che la forza centrifuga porti ad un nuovo equilibrio della terra, pertanto ad un riallineamento rispetto al proprio asse di rotazione.
   In conclusione i poli si spostano e pertanto anche l’equatore si sposta di conseguenza.

Swelling Shift
   La Terra ha la forma di uno sferoide oblato. La sua superficie è generata dalla rotazione di un’ellisse (detta ellisse meridiana, di semiassi “a” e “b”), attorno all’asse minore cioè all’asse polare.
   Essa è schiacciata ai poli. Infatti la circonferenza passante per i poli del nostro pianeta è di 40000 chilometri, mentre quella passante per l’equatore ne misura 40074. Questa differenza è dovuta al rigonfiamento equatoriale (“swelling”) della Terra derivante dalla forza centrifuga, che si genera a seguito della velocità di rotazione del pianeta. All’equatore la velocità è di ben 465 metri/sec.
   Occorre tenere presente che la forza centrifuga è perpendicolare all’asse di rotazione della Terra mentre la forza di gravità è orientata verso il centro della terra. La forza centrifuga, quindi, non è esattamente orientata in direzione opposta alla gravità, tranne che all’equatore, ma vi è una piccola componente vettoriale in direzione orizzontale diretta verso l’equatore. Come conseguenza, la direzione della forza di gravità, invece di essere diretta verso il centro della Terra, risulta un pò inclinata verso l’equatore, con conseguente schiacciamento dei poli e il generarsi dell’effetto “swelling” nella zona equatoriale.
   La conclusione del nostro ragionamento è che questa forza agisce sull’acqua degli oceani e li fa fluire verso l’equatore, mentre la parte solida della Terra viene deformata ma in tempi più lunghi.
   Se ipotizziamo un incremento di velocità della Terra, a questa variazione seguirebbe anche un veloce spostamento delle acque dai poli verso l’equatore, con un’innalzamento del livello oceanico. Pur se più lentamente, in quanto meno fluida dell’acqua, anche la parte solida, spinta dalla pressione che esercita l’astenosfera in virtù del suo stato fuso, tende comunque a spostarsi verso l’equatore, e nelle zone meno strutturate della litosfera si innalzerebbe recuperando in parte o in toto il precedente innalzamento delle acque. In sostanza si avrebbe inizialmente uno “swelling” di acqua che, a seconda dell’icremento di velocità della Terra, potrebbe arrivare a sommergere momentaneamente i continenti prossimi alla zona equatoriale. In tempi generalmente lunghi o anche brevi in alcune zone locali lo swelling potrebbe poi essere raggiunto sulla verticale dalla placca continentale, o addirittura andare oltre.
   Le cause di un incremento della velocità della Terra sono così ipotizzabili:
a)      un grosso meteorite che colpisce la Terra può generare una forza che porta ad incrementare la velocità di rotazione del pianeta.
b)      un forte movimento tellurico può avvicinare la massa viscosa della Terra al suo asse di rotazione, generando un effetto simile a quello di un pattinatore che aumenta la sua velocità di rotazione portando le braccia più vicine al corpo.

   Una seconda condizione è invece quella che deriverebbe da una forte riduzione di velocità di rotazione della Terra. In questo caso si avrebbe una diminuzione dell’effetto “swelling” preesistente nella zona equatoriale e un suo incremento nelle zone temperate. La causa di questo effetto potrebbe trarre origine dal passaggio di una grossa cometa che, con il suo moto contrario, può rallentare la rotazione terrestre fino al punto di fermarla. E’ curioso notare che questa condizione è praticamente descritta in Giosuè 10:11-13, dove il Signore fece cadere dal cielo sugli Amorrei che stavano fuggendo grandi pietre e, “il sole si fermò e non si affrettò a tramontare”.

   Una terza ipotesi che può spostare lo “swelling”, che chiameremo “swelling shift”, è quella che può avvenire in senso orizzontale, in un'altra zona. Ciò avviene quando l’asse di rotazione della Terra si sposta rispetto alla Terra stessa o viceversa.
   Ipotizziamo che, a seguito di un forte urto di un grosso asteroide, l’asse di rotazione della Terra si sposti di 20 gradi (alcuni calcoli hanno messo in evidenza che sarebbe sufficiente un asteroide di 500 metri di diametro): ne consegue che anche lo “swelling” si sposta di 20 gradi generando così un allagamento delle terre circostanti la nuova zona equatoriale.
   Se ora consideriamo che il diametro della Terra passante per i poli è di 12712 km e, invece, quello all’equatore è di 12756 km si ha un effetto “swelling” di 22 km sul raggio equatoriale. Per uno spostamento ipotetico di 20° dell’asse di rotazione, si riscontrerebbe una variazione momentanea dello “swelling”, rilevata a 35° di latitudine finale, pari ad un valore di circa 8000 m. (fig. 6).





   Se invece lo spostamento dell’asse di rotazione terrestre fosse di 10°, la variazione momentanea dello “swelling” sarebbe di circa 4500 m.
  

   Successivamente anche la placca continentale di questa zona, spinta dall’astenosfera (materiale fuso), si innalzerebbe tendendo grosso modo a ricostituire il relativo livello delle acque, come era inizialmente. Questo eventuale e non costante rialzo della crosta terrestre potrebbe durare anche moltissimi anni.
   Lo spostamento verticale della placca continentale, per contenuti spostamenti dell’asse di rotazione terrestre, non è però uniforme. Esso si evidenzierà prevalentemente in prossimità dell’equatore e sarà praticamente nullo invece in prossimità dei poli. In pratica, questo effetto si può paragonare ad un guscio di una conchiglia che si apre da una parte (verso il nuovo equatore) rimanendo però incernierata dalla parte opposta (in prossimità del nuovo polo). Questo movimento è in elevazione nelle zone dove l’acqua del mare ha risalito la crosta terrestre e in depressione dove gli oceani si sono svuotati. Questo effetto sarà anche facilitato e pertanto più marcato lungo le dorsali oceaniche, in quanto zone di frattura delle placche continentali.

   Qui di seguito riporto la variazione dei livelli massimi momentanei delle acque rispetto al livello del mare originale, durante la traslazione dello “swelling”. Nel calcolare questi valori, ho ipotizzato due casistiche: una relativa allo spostamento dell’asse di rotazione terrestre di 10° e una di 20°.

   Ipotesi A: spostamento dell’asse di rotazione terrestre di 10° in elevazione.
      -  Parallelo 10° Sud (equatore antecedente l’effetto): -798 m.
      -         “       0°  (nuovo equatore): +798 m.
      -         “       10° Nord: + 2328m.
      -         “       20°     “     +3774 m.
     -         “       30°     “     +4822 m.
      -         “       40°     “     +4074 m.
      -         “       50°     “     +2960 m.
      -         “       60°     “     +2078 m.
      -         “       70°     “     +1164 m.
      -         “       80°     “     +366 m.
      -         “       90°     “      -366 m.

   Ipotesi B: spostamento dell’asse di rotazione terrestre di 20° in elevazione.
-          Parallelo 20° Sud (equatore antecedente l’effetto): -2993 m.
-                 “       10°   “    0 m.
-                 “         0° (nuovo equatore): +2993 m.
-                 “       10° Nord: +5986 m.
-                 “       20°     “     +8398 m.
-                 “       30°     “     +8730 m.
-                 “       40°     “     +6984 m.
-                 “       50°     “     +4988 m.
-                 “       60°     “     +3242 m.
-                 “       70°     “     +1529 m.
-                 “       80°     “     +0m.
-                 “       90°     “      -1529 m.        

La troposfera e l’effetto Swelling
   La troposfera è il basso strato dell’atmosfera e il suo spessore varia a seconda della latitudine. Ai poli è di circa 7000 metri, mentre all’equatore è di circa 17000 metri. Questa diversità di spessore deriva dall’effetto Swelling, che è causato dalla forza centrifuga, cioè dall’effetto Coriolis che tende ad addensare la troposfera verso l’equatore.
   Il limite superiore della troposfera è chiamato “tropopausa” al di sopra del quale vi è la “stratosfera” alta circa 50 km.
   La troposfera contiene tuttavia l’80% della massa d’aria totale e il 90% dell’acqua atmosferica, è pertanto nella troposfera che si formano e stazionano le nubi per dare poi origine alle piogge. Sulla Terra gli scambi termici avvengono attraverso grandi masse fluide che si spostano dall’equatore ai poli e dai poli verso l’equatore e prevalentemente per convenzione.
   Nel caso di un eventuale spostamento dell’asse di rotazione della Terra con il conseguente relativo effetto dello Swelling Shift però, anche la troposfera sarebbe fortemente perturbata provocando forti spostamenti di masse d’aria. Ipotizziamo, per esempio, uno spostamento dell’asse terrestre di 10 gradi: in questa eventualità lo spessore della troposfera varierebbe secondo i seguenti valori:
-          Parallelo 10° Sud (equatore antecedente l’effetto): - 1000 mt.
-                 “         0°  (nuovo equatore): + 1000 mt.
-                 “       10° Nord:  + 3000 mt.
-                 “       20°     “  :  + 5000 mt.
-                 “       30°     “  :  + 6500 mt.
-                 “       40°     “  :  + 6000 mt.
-                 “       50°     “  :  + 4500 mt.
-                 “       60°     “  :  + 3000 mt.
-                 “       70°     “  :  + 2000 mt.
-                 “       80°     “  :  + 800 mt.
-                 “       90°     “  :   - 800 mt.
   Questi valori sono relativi allo stato iniziale del livello del mare, cioè al momento in cui inizia l’effetto Swelling Shift degli oceani, in quanto lo Swelling Shift della troposfera è molto più veloce di quello degli oceani. Questo valore si riduce, non perché si abbassa il livello superiore della troposfera, ma perché l’effetto Swelling Shift delle acque tende a salire fino a stabilizzarsi, ed esso pertanto torna al valore iniziale rispetto al livello del mare.

Inertia’s Swelling Shift
   La prima legge della dinamica è la legge d’inerzia, la quale si enuncia così: “un corpo materiale persevera nel proprio stato di quiete o di moto rettilineo e uniforme, finché non agisca su esso qualche causa esterna”.
   Pertanto, una volta innescato l’effetto Swelling Shift dell’acqua dell’oceano, esso tende ad andare oltre il suo valore finale per effetto dell’inerzia (Inertia’s Swelling Shift). Lo Swelling Shift pertanto oscillerà a cavallo del nuovo asse dell’equatore, generando un particolare tsunami che alzerà momentaneamente, in direzione del polo in cui si sposta il nuovo equatore, il livello del mare ben oltre la sua condizione finale di riposo.
   Questo tsunami altanelante si smorzerà continuamente fino a che l’acqua degli oceani si stabilizzerà ad una distanza dal centro della terra pari a quella del vecchio equatore.

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Note:
(1) dati desunti dal libro di Paolo Saraceno, “Il caso Terra”, pag. 290


Post desunto dal libro "il geo-cristianesimo" di Piero Durazzani

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