La testimonianza
Cos’è una testimonianza?
E’ la conoscenza personale di un fatto.
Cos’è la conoscenza?
E’ la testimonianza di un fatto.
Pertanto testimonianza e conoscenza sono termini che tendono a sovrapporsi e, molto spesso, vogliono dire la stessa cosa.
Il portare testimonianza, in tema di religione, secondo il significato del dizionario della lingua italiana, si concretizza nel dare una manifestazione della propria fede.
Questa definizione non è del tutto corretta, in quanto esistono due tipi di testimonianze:
a) moltissime persone portano testimonianza senza averne conoscenza e lo fanno basandosi sulla loro fede: questa può essere considerata solo una testimonianza di fede;
b) non sono altrettante le persone che portano testimonianza avendone una conoscenza basata sull’influenza indelebile dello Spirito Santo che essi hanno ricevuto in merito a quanto testimoniano.
Quando si parla di conoscenza, bisogna distinguerne due aspetti:
x) semplice conoscenza nozionistica.
y) conoscenza basata sulla propria esperienza.
La conoscenza nozionistica è una conoscenza teorica, non sperimentata personalmente: è un semplice fatto accademico.
La conoscenza basata sulla propria diretta esperienza, invece, dà alla conoscenza un valore di profonda interiorizzazione.
A questo punto del nostro ragionamento, possiamo allora affermare che le testimonianze in campo religioso sono sostanzialmente di tre tipologie:
1) Testimonianza, su un argomento religioso, basata unicamente sulla fede.
2) Testimonianza basata sulla conoscenza personale: questa deriva dall’influenza dello Spirito Santo.
Essa può essere: di tipo “a”, più generale o di tipo “b”, più specifica.
3) Testimonianza basata sulla rivelazione personale che deriva dall’influenza dello Spirito Santo e dai frutti che l’applicazione di tale conoscenza ha portato nella vita di questa persona.
1° tipologia
Tutte le persone che hanno fede nella propria religione (cristiani, musulmani, ebrei, ecc.) possono portare testimonianza della religione in cui credono. Tutto ciò che essi dicono è basato esclusivamente sulla loro fede e pertanto il loro contenuto assume un aspetto soggettivo.
2° tipologia di tipo “a”
Coloro che testimoniano affermando che quanto dicono è stato loro rivelato dallo Spirito Santo devono specificare, per essere precisi, a quale verità l’influenza dello Spirito Santo era rivolta.
Per esempio, se una persona ha pregato e digiunato per sapere se Gesù Cristo è il Salvatore dell’umanità, ella riceverà la conferma di questa verità tramite lo Spirito Santo. Questa testimonianza diventa una testimonianza basata sulla conoscenza, in quanto è ricevuta tramite il sesto senso: lo Spirito Santo. Tutti coloro che appartengono o desiderano sinceramente appartenere ad una religione cristiana (cattolici, testimoni di Geova, protestanti, ecc.) possono ricevere questa conoscenza.
2° tipologia di tipo “b”
Se una persona prega e digiuna per sapere sinceramente se la chiesa a cui appartiene, oppure desidera appartenere, è la vera Chiesa di Gesù Cristo, lo Spirito Santo non potrà dare la stessa risposta a ciascun appartenente alle chiese diverse. Lo Spirito Santo è uno spirito di verità, non di menzogna e pertanto darà una risposta, positiva o negativa, a seconda della verità contestuale.
In un contesto del genere, le domande rivolte a Dio possono essere molteplici e le risposte saranno in sintonia con la domanda posta. Il confondere la domanda e la risposta con altre domande mai sinceramente formulate con l’unica risposta ricevuta, è fuorviante, prima di tutto per il fedele, e poi per tutti coloro che cercano la verità attraverso le testimonianze altrui.
Non a caso, i missionari chiedono alle persone con le quali condividono i principi del Vangelo di pregare e digiunare, chiedendo a Dio se Joseph Smith è veramente il profeta della restaurazione o no e, di conseguenza, se il Libro di Mormon e la Chiesa da esso scaturiti sono veri. Quando queste persone ricevono la forte influenza dello Spirito Santo che conferma loro queste verità, essi non hanno più alcun dubbio su quattro aspetti fondamentali:
1) Joseph Smith è un profeta di Dio;
2) il Libro di Mormon è un vero libro di Sacre Scritture;
3) la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è la Chiesa di Gesù Cristo;
4) Gesù è il Cristo il nostro Salvatore.
3° tipologia
Ci sono infine le persone che, dopo aver ricevuto conferma dallo Spirito Santo che il Vangelo restaurato è vero e avendone applicati nella loro vita i veri insegnamenti di Gesù Cristo, testimoniano di avere anche ricevuto dei buoni frutti.
La loro testimonianza si rafforza culturalmente, in quanto è basata su due tipi di conoscenza:
1) la conferma dello Spirito Santo ricevuta attraverso un senso, quello spirituale;
2) la conoscenza che deriva dai buoni frutti ricevuti nel fare esperienza diretta sugli effetti degli insegnamenti del Vangelo di Gesù Cristo, applicati nella vita di ogni giorno.
Il Signore, parlando dei Suoi discepoli, ha detto: “Li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:20): questi sono quelli relativi all’osservanza dei Suoi comandamenti, che portano l’uomo al suo progresso eterno. Ciò comporta anche l’edificante sviluppo dei propri sentimenti, ai quali poi si aggiungono tutte le altre benedizioni sia materiali che spirituali.
La conoscenza che l’uomo si forma oggi attraverso la cultura divulgata tramite un uso riduttivo della comunicazione, è quella basata sullo stile giornalistico, è una conoscenza priva di sentimenti. Vediamo la continua perdita di quest’attributo, nella comunicazione così divulgata, che è una cultura priva dell’influenza dei sensi, del senso della vita e della quotidianità delle azioni, attributi che invece giocano un ruolo fondamentale nell’elevazione della persona.
Lo sviluppo sociale delle persone si realizza attraverso due canali: intellettuale e sensitivo. Se questo rapporto con i sentimenti sparisce attraverso la sua eccessiva neutralità mediatica, l’uomo va a perdere, nel suo sviluppo conoscitivo, la sua capacità di rapportarsi con i fatti della vita e con i suoi simili, riducendo il suo agire ad una sequenza di avvenimenti neutri che non rendono conoscenza, il che ridurrà la sua ad una semplice lista della spesa: un elenco di esperienze nozionistiche senza valore aggiunto, cioè senza progresso interiore.
Colui che riceve una testimonianza e una conoscenza tramite il sesto senso, lo Spirito Santo e inizia un cambiamento nel pensare e nell’agire, può essere definito un credente progressista.
Non si può, infatti, immaginare che qualcuno abbia un concetto di sviluppo del futuro che sia negativo. Deve quindi essere progressista, deve guardare avanti, deve essere propenso a un cambiamento che evochi un miglioramento dell’esistenza. Quando si parla di un futuro migliore, bisogna necessariamente parlare di cambiamento e definire una visione a cui tendere.
Ci sono invece i conservatori, che vogliono serbare quel poco che hanno e non sono pronti ad alcuna ricerca evolutiva e rifiutano pertanto la ricerca della verità. Essi non progrediscono, in quanto la loro conoscenza è statica: ruota intorno alle loro tradizioni, alle loro credenze, che hanno assunto a verità senza averne una testimonianza che provenga da qualcosa di superiore a loro e che per essere tale deve andare oltre il primo scalino della fede.
In conclusione, la conversione è testimonianza, conoscenza e progresso interiore.
Si può immaginare un contenuto più edificante di questo?
Molte persone che si sono unite alla Chiesa del cristianesimo innovato hanno trovato cose di valore non cercate. Esse si sono scoperte come persone che hanno il dono naturale di fare scoperte impreviste. Esse hanno il dono della serendipità, che i credenti chiamano anche Luce di Cristo, più vanno avanti nella ricerca della verità e nella messa in pratica dei principi del Vangelo, più scoprono tesori nascosti e imprevisti.
La serendipità è quella situazione di imprevisto o di fatto inatteso che si verifica nel corso di una ricerca scientifica, letteraria, religiosa, ecc., grazie alla quale si arriva ad una scoperta o ad una felice intuizione. Questo avviene quando chi fa una ricerca riesce a cogliere segnali, spunti e circostanze che lo conducono ad una nuova scoperta o intuizione. Ma per giungere a questo, però, è fondamentale liberarsi da ogni pregiudizio.
Questo è un concetto espresso molto bene dal fisico americano Joseph Henry secondo il quale “i semi di una grande scoperta sono costantemente presenti nell’aria che ci circonda, ma essi cadono e fanno radici soltanto nelle menti preparate a riceverli”.
Il principio di serendipità è un principio nel quale i credenti che studiano e ristudiano le Scritture, antiche e moderne, prima o poi si imbattono. Essi meditano su quanto scritto dai profeti e recepiscono nuovi imput che li portano a scoprire nuove verità collegabili molto spesso alla loro sfera personale.
Solo una mente sensibile riesce a cogliere questi input, mentre coloro che sono distratti e superficiali li lasciano scorrere nell’indifferenza.
È dunque in gioco la componente della sensibilità, legata al sesto senso, quello spirituale che permette di individuare così verità nascoste, che allargano la conoscenza e la visuale della vita.
Louis Pasteur usava dire ai suoi studenti: “La fortuna favorisce le menti preparate”.
La sensibilità spirituale è come una lente di ingrandimento che, per mezzo della Luce di Cristo (serendipità per la scienza), permette agli uomini di ricevere rivelazioni per la loro comprensione delle verità eterne.
Una promessa che il Signore fa a coloro che osservano la “Parola di Saggezza”, una legge data agli uomini per la loro salute fisica e spirituale, è:
“E troveranno saggezza e grandi tesori di conoscenza, sì, tesori nascosti” (D&A 89:19).
Coloro che osservano questa legge si trovano in condizione di recepire segnali spirituali che permettono loro di acquisire conoscenza su conoscenza, rafforzando la propria comprensione delle cose di Dio, rendendo così sempre più positivo il loro stile di vita.
Post tratto dal libro "Innovzione... oltre il pregiudizio" di Piero Durazzani