Il teletrasporto sfrutta i principi della meccanica quantistica, la fisica nata agl’inizi del novecento per spiegare i fenomeni che avvengono a livello atomico.
In realtà oggi, dopo che sono state fatte diverse sperimentazioni, gli scienziati hanno fondate ragioni per credere che nell’universo possa valere un principio di non separazione e che tutte le sue parti siano unite come gli organi di un corpo.
Se due oggetti sono stati una volta uniti e poi vengono portati a grande distanza tra loro senza che interagiscano con l’esterno, una modifica prodotta su uno dei due si riproduce contemporaneamente sull’altro, qualunque sia la sua distanza. Secondo gli scienziati, questo avviene in quanto, nel cosmo, esiste una specie di telepatia per cui ciascuno dei due oggetti, una volta congiunti e poi separati, sa sempre immediatamente cosa succede all’altro.
Sembra incredibile che una minima azione su di una particella abbia immediatamente effetto sulla particella gemella, se questa è stata spedita a miliardi di anni luce. Eppure, questa straordinaria proprietà sembra una caratteristica ineliminabile della teoria della fisica più accreditata e potente di cui oggi disponiamo e cioè la meccanica quantistica, nota anche con il termine “entanglement quantistico” (intrappolamento quantistico).
Crediamo che, fra tutte le teorie scientifiche grandi o piccole nate nel secolo scorso, nessuna abbia contribuito a modificare tanto radicalmente la nostra vita quotidiana, quanto la meccanica quantistica. Quando ascoltiamo la radio, guardiamo la televisione, usiamo il computer o qualsiasi elettrodomestico con componenti elettronici, sfruttiamo fenomeni fisici, quelli che regolano il funzionamento di transistor, di fasci di elettroni, di microchips, che non appartengono al dominio della meccanica o dell’elettromagnetismo classico.
La fisica quantistica è stata anche la maggior rivoluzione intellettuale degli ultimi cent’anni, che ha definitivamente fatto a pezzi un’idea radicata fin dai tempi di Aristotele: la fiducia nel senso comune, come fondamento irremovibile dell’indagine scientifica.
Facciamo un piccolo esempio. Una palla calciata contro una parete con due finestre può uscire passando attraverso l’una o l’altra finestra, ma non attraverso le due finestre contemporaneamente; nessuna persona metterebbe in dubbio una verità, almeno in apparenza, che sia così lapalissiana. Tuttavia, un elettrone che incontri una barriera con due fenditure, passa attraverso entrambe contemporaneamente: e non solo. Nella fisica di Newton e di Maxwell, un’onda ed una particella sono due oggetti con proprietà differenti; nella meccanica quantistica un elettrone può rimbalzare come una particella e interferire con sè stesso come un’onda.
Con l’avvento della “teoria dei quanti” si devono rivedere profondamente anche altre strutture concettuali (in primo luogo quella della casualità), che contribuiscono ancor oggi a forgiare la nostra visione del mondo.
Questi concetti sono stati recentemente descritti nel libro del matematico Amir Aczel dal titolo “Entanglement. Il più grande mistero della fisica” edizione Cortina del 2004 (traduzione in italiano di M. Pagani).
I fisici, che nel 1993 hanno scoperto la possibilità di utilizzare il paradosso EPR per il teletrasporto, sono Charles H. Bennett, dell’IBM, Gilles Brassard, Claude Crépeau e Richard Josza dell’Università di Montreal, Asher Peres del Technion di Haifa e William K. Wootters del Williams College.
Il paradosso EPR prende il nome dagli scienziati che l’hanno ideato nel 1935 e cioè Albert Einstein, Boris Podolsky e Nathan Rosen. Secondo Einstein, però, sarebbe stato inaccettabile, perché implicherebbe un’azione istantanea a distanza fra due oggetti, in pratica la produzione di un effetto superiore alla velocità della luce. Questo paradosso, tuttavia, alla luce delle recenti sperimentazioni, si sta dimostrando veritiero.
La prima realizzazione pratica di teletrasporto è stata effettuata nel 1997 da Anton Zeilinger, Dik Bouwmeester, Jian-Wei Pan, Klaus Mattle, Manfred Eibi e da Harald Weinfurter, dell’Università di Innsbruck.
Il teletrasporto quantistico non descrive un trasporto di materia organica, come avviene nella fantascienza, ma piuttosto di un’informazione di natura speciale, l’informazione quantistica. In un esperimento di teletrasporto, un oggetto inizialmente presente in un certo luogo ed in un certo stato fisico, viene “ricomposto” esattamente nello stesso stato fisico, in un altro luogo e ad una certa distanza dal primo, dove tuttavia i “componenti” dell’oggetto erano già inizialmente presenti. Sono le “istruzioni” (informazioni) che vengono così teletrasportate.
Il teletrasporto quantistico è reso possibile da una particolare proprietà della meccanica quantistica chiamata “entanglement”, parola non perfettamente traducibile in italiano ma che si avvicina al significato di “intrecciamento”, “intrappolamento”, “correlazione” o “non-separabilità”. Essa descrive la possibilità di due sistemi di avere e mantenere strane relazioni a distanza. Lo stesso Einstein la definì come “azione fantasma a distanza” che noi possiamo, nel nostro contesto, meglio definire come “azione spirituale a distanza”.
Due gruppi di scienziati che hanno condotto separatamente due sperimentazioni al National Institute of Standards and Technology di Boulder (Colorado) e all’Università di Innsbruck (Austria), sostengono che il loro successo è un passo in avanti verso i computer quantistici, macchine capaci cioè di risolvere rapidamente problemi complessi ed in grado di sviluppare altresì più processi logici nello stesso istante, avvicinandosi in teoria alle capacità di elaborazione di un cervello umano.
Nei super computers quantistici, i processi di calcolo e di elaborazione non sfrutteranno più dei circuiti elettrici, come accade oggi, ma sfrutteranno le caratteristiche di singoli atomi. I problemi da risolvere sono ancora molti, dato che la minima dispersione o interferenza può provocare una perdita d’informazione e compromettere la riuscita dell’esperimento.
Uno dei primi esperimenti di teletrasporto quantistico, cioè della trasmissione di tutta l’informazione possibile da una particella ad un’altra, fu anche eseguito nei laboratori dell’Università La Sapienza di Roma, da un’equipe guidata da Francesco De Martini.
Nel fare questi esperimenti, sono stati utilizzati atomi di berillio o atomi di calcio, come sorgenti di fotoni entanglement ed il risultato finale non cambia.
Nessuno sa con certezza se il teletrasporto si potrà realizzare, oltre che per la pura informazione, anche per trasportare atomi o molecole, o addirittura per oggetti macroscopici, esseri umani inclusi. Questo primo passo già compiuto, però, il trasferimento di informazioni, dischiude orizzonti inimmaginabili fino a pochi decenni or sono. La meccanica quantistica rivela una realtà molto diversa da quella che ci suggerisce la nostra esperienza sensoriale (quella basata sui cinque sensi), e molto più ricca di mistero. È la meccanica quantistica e precisamente il teletrasporto dell’informazione che ci aiuterà forse a far luce su uno dei misteri più grandi del cristianesimo, quello che agisce sulla sfera del sesto senso: lo Spirito Santo.
Era una sera d’inverno, di circa quarant’anni fa, buia ed umida, con una nebbia che limitava la visuale. Alla guida della mia macchina mi trovavo dietro un autobus del servizio pubblico. Ad un certo punto la nebbia si è diradata, la strada si è allargata, ed io ho iniziato a sorpassare l’autobus, che si stava fermando per far scendere i passeggeri.
Mentre ero intento ad eseguire questa manovra, ho sentito forte una voce che mi diceva “frena, perché una bambina con la sua cartella (non esistevano ancora gli zainetti) scenderà e attraverserà la strada passando davanti all’autobus”. Mentre sentivo questa voce insistente, vedevo virtualmente una bambina con la sua cartella che sarebbe sfrecciata davanti alla mia auto e che, se io non avessi frenato, l’avrei investita in pieno. Non c’era alcun motivo di frenare, se non questa voce e questa visione che mi davano quasi l’ordine di fermarmi, in quanto l’autobus si sarebbe fermato in una sua apposita piazzola, lasciando libera la carreggiata dove io stavo transitando. La voce, però, era talmente insistente e persuasiva, che io frenai energicamente riuscendo a fermarmi esattamente in posizione allineata con la parte frontale dell’autobus. Mi ero appena fermato, quando una bambina con una cartella, e questa volta realmente, schizzò fuori dalla visuale della parte anteriore dell’autobus e, senza vedermi, in quanto guardava solo davanti a sè stessa, attraversò la strada con incosciente sicurezza.
Lei non si rese conto di nulla, ma fu salvata da un’informazione che mi era pervenuta tramite lo Spirito.
Non fu il destino a far sì che la sua vita terrena continuasse, bensì “qualcuno” inviò, o se lo vogliamo dire con parole scientifiche relative alla fisica quantistica, “teletrasportò” un’informazione al mio spirito, al fine di preservare la vita terrena di questa bambina.
Era un giorno di novembre del 1978 quando, dopo diversi mesi di indagine scritturale, ricevetti una testimonianza indelebile che Gesù Cristo è il nostro Salvatore e che la verità del Suo Vangelo era stata ripristinata sulla terra. Quel giorno era come se il mio corpo avesse la febbre a quarantadue gradi centigradi; in realtà, però, non era febbre in quanto la mia mente era di una lucidità incredibile. Non sono mai riuscito a trovare le parole necessarie per spiegare la lucidità che c’era nella mia mente quel giorno. Ogni cosa era talmente chiara, che niente e nessuno poteva influenzare la profonda convinzione che lo Spirito Santo mi stava trasferendo, e cioè la testimonianza per la quale io, in seguito, scelsi di battezzarmi nella Chiesa che Gesù Cristo aveva restaurata tramite il profeta Joseph Smith.
Questi esempi realmente vissuti ci dimostrano che noi possiamo ricevere informazioni che giungono al nostro spirito, rendendoci profeticamente ricettivi in situazioni che l’uomo può spiegare solo come interventi soprannaturali. Questi rispondono a leggi ben precise che l’uomo, anche se non è ancora in grado di formularle, non può comunque negare: l’evidenza è innegabile. Non a caso il Signore ha fondato la Sua Chiesa sulla rivelazione, affinchè le persone possano ricevere profezie per la loro vita.
Noi possiamo, senza alcuna pretesa di assoluta verità, solo evidenziare la similitudine che c’è fra il modo di agire dello Spirito Santo e la scienza del teletrasporto dell’informazione.
Lo spirito è la parte di un essere vivente che esiste prima della sua nascita sulla terra. Ogni persona è letteralmente figlio o figlia di Dio, essendo nata prima come spirito da genitori celesti, nella pre-esistenza, e poi da genitori terreni in questo mondo. Il nostro spirito pertanto, come tutti gli altri spiriti, proviene dalla presenza del Padre ed è formato della stessa materia di cui è formato lo Spirito Santo. Il profeta Joseph Smith dette questa spiegazione:
“Non c’è nulla che sia materia immateriale. Ogni spirito è materia, ma è più fine o pura, e può essere percepito soltanto mediante occhi più puri.” (D&A 131:7).
Le scritture parlano anche di “intelligenza”, per indicare l’elemento di spirito che esisteva prima che noi fossimo generati come figli di spirito. Pertanto, detto in termini scientifici, possiamo affermare che i nostri spiriti sono formati da atomi di “intelligenza”.
Parafrasando il concetto scientifico del teletrasporto della meccanica quantistica, possiamo anche affermare che ogni atomo di “intelligenza” è misurabile prelevando da esso, mediante un procedimento di scansione, le informazioni che esso contiene, per trasferirle poi su un altro atomo di “intelligenza” molto lontano da esso.
E’ attraverso il potere dello Spirito Santo che noi possiamo conoscere la verità di ogni cosa. Ciò vuol dire che gli atomi che formano lo Spirito Santo hanno l’informazione della verità di ogni cosa e la materia che compone il nostro spirito può ricevere tali informazioni, affinché noi possiamo conoscere la verità. Quest’aspetto dell’informazione è talmente importante per ognuno di noi che indusse Gesù a spiegare che tutti i peccati possono essere perdonati, eccetto la bestemmia contro lo Spirito Santo. Quest’affermazione si trova in diverse scritture del Nuovo Testamento e precisamente in Matteo 12:31-32, in Marco 3:28-29, in Luca 12:10 e in Ebrei 6:4-8.
Per brevità, io riporterò solo la scrittura che si trova in Matteo 12:31-32 che è molto esplicita:
“Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. Ed a chiunque parli contro il Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello avvenire.”
Joseph Smith dette questa spiegazione:
“Cosa deve fare un uomo per commettere il peccato imperdonabile? Deve ricevere lo Spirito Santo, deve vedere i cieli aprirsi davanti a lui, conoscere Dio, e poi peccare contro di Lui. Quando un uomo ha peccato contro lo Spirito Santo, per lui non c’è alcuna possibilità di pentimento. Egli deve dire che il sole non risplende mentre lo vede; deve rinnegare Gesù Cristo quando i cieli sono aperti davanti a lui e rinnegare il piano di salvezza quando i suoi occhi ne hanno visto la verità. Da allora in poi egli comincia ad essere un nemico. Questo è il caso di molti apostati …”
Da questa dichiarazione, possiamo comprendere che il peccato contro lo Spirito Santo presuppone una grande conoscenza, richiede cioè di aver ricevuto una gran quantità di informazioni, il rinnegare le quali significherebbe rinnegare il processo per il quale tali informazioni sono state acquisite. È il processo di acquisizione che passa per lo Spirito Santo, e trasferisce (teletrasporta) a noi questa conoscenza che proviene a sua volta dalla fonte principale che è Dio stesso. Tale processo apre la strada a quello opposto, quello cioè della menzogna, che si trasferisce a noi da Satana, l’amore per la verità si trasforma in odio e l’amore per Dio viene sopraffatto dal malvagio desiderio di distruggere tutto ciò che è giusto e vero. Colui che ne è vittima non è più in grado di piegare il suo cuore al pentimento, perché ha perduto completamente lo Spirito di Dio, e tagliato la comunicazione con lo Spirito Santo. Ne consegue, pertanto, che ha “modificato” la materia prima (gli atomi di “intelligenza”) di cui è costituito il loro spirito e non può più ricevere il prezioso trasferimento di informazioni provenienti dallo Spirito Santo.
Ogni fenomeno è, in ultima analisi, una trasformazione di energia: questo è un concetto fisico e misurabile. La spiritualità è anch’essa una realtà energetica: è caratterizzata dal potere di elevare la nostra condizione, e opera prevalentemente su fenomeni informazionali. Parlo di spiritualità come scambio di energie guaritrici, messaggi profetici, informazioni e il tutto con alla base il fattore morale edificante per eccellenza: l’amore.
L’amore è soprattutto comunicazione ed è la legge della vita, e si manifesta con la comunicazione in senso lato, vale a dire con parole, atteggiamenti, azioni, ecc.
Io penso che la meccanica quantistica aiuti e aiuterà sempre di più a capire i fenomeni della sfera spirituale, in quanto il mondo dell’infinitamente piccolo, che è anche quello dell’invisibile dove si muovono i processi spirituali, obbedisce a regole specifiche molto diverse da quelle che ci fanno ragionare con i normali concetti scientifici e del buon senso tradizionale, messo in discussione proprio dagli scienziati di tale disciplina.
Einstein aveva visto prima di chiunque altro tutte le implicazioni della meccanica quantistica ma, per ragioni filosofiche, quasi teologiche, derivanti dalle religioni degli uomini, non poteva sottoscriverla. La sua famosa affermazione: “Dio non gioca ai dadi!”, si riferiva proprio a questo. Oggi, vedendo i successi sperimentali di questa nuova disciplina scientifica, forse direbbe “I dadi di Dio hanno sei facce”: tatto, vista, olfatto, udito, gusto e spirito. Lo spirito agisce sull’informazione divina e cioè sulla conoscenza della verità eterna, che è condizione indispensabile per la salvezza.
Joseph Smith ebbe a dire, infatti, “L’uomo è salvato solo quando ha la conoscenza, perché se non ha la conoscenza, nell’altro mondo sarà condotto in cattività da qualche potere maligno, perché gli spiriti maligni avranno più conoscenza e di conseguenza più potere di molti uomini che sono sulla terra. Quindi è necessario che la rivelazione ci aiuti e ci dia la conoscenza delle cose di Dio”.
In conclusione, tutto ruota intorno all’informazione, non a quella dei mass media, ma a quella divina che, per essere tale, deve essere di alta definizione profetica e cioè veritiera.
Per fare un confronto fra scienza e religione, ritengo che le verità dateci da Dio, tramite il profeta Joseph Smith, siano le conoscenze spirituali più pertinenti per tale analisi, in quanto esse ci portano a conoscere il cristianesimo più avanzato e perfettamente coerente con gli insegnamenti dateci da Gesù Cristo. Esso è sostenuto da rivelazioni recenti che hanno anticipato la scienza, e che rimuovono gli ostacoli religiosi, creati dagli uomini, verso un’integrazione di un'unica verità scientifica e spirituale. Infatti, procedendo in quest’analisi, acquisiamo sempre più consapevolezza della realtà che verità scientifica e verità spirituale, superano le religioni degli uomini ed il materialismo scientifico, allargando i confini del sapere e aprendo nuovi orizzonti nella vita e nelle coscienze delle persone.
Il piano di salvezza che Dio ci ha dato si basa sulla conoscenza individuale della verità, rifugge i pregiudizi e gli scetticismi che assoggettano a tale schiavitù i sentimenti di chi li nutre.
Man mano che il lettore procede nella lettura di questo libro, potrà rendersi conto che il profeta Joseph Smith è stato l’uomo più “entangled” della storia dell’umanità.
Se noi, infatti, descriviamo l’entanglement come un principio di sovrapposizione che coinvolge due o più particelle che possono distare tra loro anni luce, il profetizzare, che nasce dalla sovrapposizione dello Spirito Santo e dello spirito di un profeta, diventa un unico sistema. Diventa cioè un sistema che si comporta in modo concertato, indipendentemente dalla distanza che li separa: le informazioni entangled trascendono lo spazio e vanno oltre la realtà che ci siamo costruiti sulla base della nostra esperienza sensoriale fisica. Joseph Smith è stato una particella del sistema spirituale: profeta-Spirito Santo.
L’ uomo, purtroppo, oggi è schiavo delle nozioni del senso comune e si allontana sempre di più dalla speranza di potersi qualificare per la vita eterna.
Einstein, a causa della sua incompatibilità con elementi che credeva fossero parte della realtà, diceva che, se la meccanica quantistica si fosse rivelata corretta, allora il mondo avrebbe dovuto essere folle. Oggi la meccanica quantistica, oltre ad essere confermata dalla scienza più avanzata, sta modificando questo presupposto. È il senso comune a tutti i costi che sta diventando follia e gli scienziati, con quest’invenzione, si stanno allontanando dalla così detta filosofia realistica, per entrare sempre di più nel mondo di alta definizione spirituale, che è una realtà che va oltre i nostri tradizionali ragionamenti, e che Joseph Smith ha saputo conquistare e trasmetterci.
Articolo tratto dal libro "Innovazione... oltre il pregiudizio" di Piero Durazzani
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