I mormoni credono nella
santità della vita umana. Per questo motivo si oppongono all’aborto per trarne
vantaggio personale o collettivo e la Chiesa consiglia ai suoi fedeli di non
sottoporsi all’aborto, eseguirlo, incoraggiarlo, pagare o prendere accordi
perché venga effettuato.
I mormoni considerano
però alcune eccezioni e cioè quando:
1) La gravidanza è la
conseguenza di violenza carnale o incesto.
2) Un medico competente
accerta che la vita o la salute della madre è in grave pericolo.
3) Un medico competente
accerta che il feto è affetto da gravi malformazioni che non permetteranno al
neonato di sopravvivere dopo la nascita.
Però queste rare
eccezioni non giustificano automaticamente l’aborto. L’aborto è una questione
di estrema gravità e deve essere preso in considerazione soltanto dopo che le
persone responsabili si sono consultate con i dirigenti locali della Chiesa e
hanno ricevuto la divina conferma tramite la preghiera.
Per correttezza verso la
laicità dello stato però la Chiesa non favorisce né si oppone alle proposte di
legge o alle dimostrazioni pubbliche riguardanti l’aborto.
La laicità di uno stato
democratico impone al politico di attenersi alla Costituzione sulla quale ha
giurato di osservarla, che in Italia sancisce la sovranità del popolo e non di
una sola fede o ideologia.
I
mormoni sostengono che l’aborto legale non obbliga nessuno ad abortire contro
la propria volontà e che leggi contro l’aborto finiscono per imporre una
dottrina religiosa a persone di altre fedi. Questo è inaccettabile per i
mormoni in quanto la fede non si predica con imposizioni legislative.
Di
questo concetto costrittivo la Chiesa, ultimamente, ne ha dato un grande
esempio rifiutando l’imposizione dell’otto per mille in quanto ritiene che
imporre a persone di altre fedi o ideologie atee di dare soldi ad una fede
religiosa diversa dalla loro sia una violazione dei più elementari diritti di
civiltà.
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