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sabato 10 marzo 2012

LE DIVINE POSTERITA' DEL MATRIMONIO PLURIMO


   Questo articolo tratta un argomento che ha molto spesso creato scandalo nella cristianità, soprattutto per la scarsa informazione data a questi fatti storici e dottrinali del cristianesimo: il matrimonio plurimo.
Lo scopo di questo articolo è quello di informare il lettore attento tanto sul piano dottrinale, quanto su quello storico e sociale circa l’uso di questa pratica descritta nelle Sacre Scritture ed esercitata in certi periodi storici dove le condizioni sociali e anche scientifiche della procreazione erano molto diverse dalle attuali. Faccio ciò affinché il lettore possa farsi un giudizio giusto, scevro da pregiudizi e da luoghi comuni. Teniamo però presente che, per il Signore, è illecito che l’uomo abbia più di una moglie, a meno che a non sia Egli stesso a comandare altrimenti per rivelazione come scritto in Giacobbe 2:24-30 e cioè:

“24 Ecco, Davide e Salomone in verità ebbero molte mogli e concubine, il che era abominevole al mio cospetto, dice il Signore.
  25 Pertanto così dice il Signore: Io ho condotto questo popolo fuori dalla terra di Gerusalemme, mediante il potere del mio braccio, per potermi suscitare un ramo giusto dal frutto dei lombi di Giuseppe.
  26 Pertanto io, il Signore Iddio, non permetterò che questo popolo agisca come gli antichi.
  27 Pertanto, fratelli miei, uditemi, e date ascolto alla parola del Signore: Poiché nessuno fra voi avrà più di una sola moglie; e di concubine non ne avrà nessuna.
  28 Poiché io, il Signore Iddio, mi compiaccio della castità delle donne. E le prostituzioni sono un'abominazione al mio cospetto; così dice il Signore degli eserciti.
  29 Pertanto questo popolo obbedirà ai miei comandamenti, dice il Signore degli eserciti, o maledetto sarà il paese per causa loro.
  30 Poiché se io, dice il Signore degli eserciti, vorrò allevarmi una posterità, lo comanderò al mio popolo; altrimenti essi daranno ascolto a queste cose.”

   Il matrimonio plurimo era praticato tanto ai tempi dell’Antico Testamento quanto durante i primi tempi della Chiesa restaurata, su direttiva del profeta che deteneva le chiavi del sacerdozio.

I fatti                                              
   Abrahamo, ebbe per moglie Sara: ella non poteva concepire e, praticando un’usanza del suo tempo, dette la sua serva al marito, ond’egli potesse avere “progenie da lei”. Dio comandò ad Abrahamo di accettare il suggerimento di Sara di prendere in moglie Agar.

   Mosè ebbe due mogli: Sofora ed una donna Cushita. Maria ed Aronne parlarono contro Mosè perché aveva sposato una donna Etiope, discendente di Caino. Il Signore, invece, approvò questa seconda unione e punì invece Maria con la lebbra, dichiarando Mosè “fedele in tutta la mia casa” (Numeri 12:7).

   Giacobbe (Israele) ebbe due mogli: Lea e Rachele, che erano in competizione fra loro per dare un figlio maschio al marito. In questa competizione furono coinvolte anche le loro serve, Zilpa e Bilha: esse furono concesse come mogli a Giacobbe e gli dettero dei figli maschi, che furono però considerati legalmente figli di Lea e Rachele.
   Qui di seguito elenco i dodici figli di Giacobbe avuti dalle sue 4 mogli; da questi figli, successivamente, ebbero origine le 12 tribù d’Israele. Questa posterità del popolo del Signore ha riempito il mondo inclusi anche gli antichi abitanti delle Americhe di cui il Signore ebbe a dire:
“Io ho delle altre pecore che non sono di questo ovile”.
Erano la posterità di Giuseppe emigrata nell’America centrale, i cui profeti scrissero Il Libro di Mormon.

Madre naturale   Nome del figlio    Madre legale
Lea                         Ruben                   Lea
Lea                       Simeone                  Lea
Lea                           Levi                     Lea
Lea                         Giuda                    Lea
Bilha                        Dan                  Rachele 
Bilha                      Neftali                 Rachele
Zilpa                        Gad                      Lea               
Zilpa                       Ascer                     Lea
Lea                        Issacar                    Lea
Lea                        Zabulon                   Lea
Rachele                Giuseppe               Rachele
Rachele                Beniamino             Rachele

   Davide, quando salì ad Hebron per essere unto come re della casa di Giuda, aveva con sé due mogli: Ahinoam e Abigail.
   Successivamente, egli commise adulterio con la moglie di Uria e molto probabilmente ebbe anche delle concubine.

   Re Salomone ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine. Esse non erano Israelite e lo indussero a volgere il suo cuore al culto di falsi dèi. Seguendo la linea della discendenza tracciata nel testo sacro della tradizione d’Etiopia, il Kebra Nagast (mai tradotto in italiano per motivi politici) si evidenzia il fatto che Salomone ebbe un figlio anche dalla regina di Saba il cui nome fu Menelik. Egli divenne poi il primo re dell’Etiopia (linea regale della Tribù di Giuda arrivata fino ai tempi recenti del fascismo).
   È importante precisare che, con il termine “concubine”, spesso usato nell’Antico Testamento, si intendevano mogli di seconda classe, ossia mogli che nel sistema di caste allora prevalente non avevano la stessa posizione di quelle che non erano chiamate concubine (1). Il Signore condanna sia Davide e Salomone dall’aver praticato questa usanza. Infatti in Giacobbe 2:24 si legge:

“24 Ecco, Davide e Salomone in verità ebbero molte mogli e concubine, il che era abominevole al mio cospetto, dice il Signore.”

   Che esistesse il matrimonio plurimo fra i cristiani al tempo di Gesù, è evidenziato dalla Scrittura che definisce le caratteristiche di un vescovo; in 1 Timoteo 3:2 Paolo, infatti, “Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, …”. Non sarebbe stato necessario scrivere “marito di una sola moglie” se non fosse esistito il matrimonio plurimo. La carica di vescovo era talmente gravosa (era giudice in Israele, doveva provvedere ai poveri e doveva amministrare tutte le cose temporali e spirituali), che non avrebbe potuto svolgere compiutamente la sua chiamata se avesse dovuto anche provvedere a più mogli e ad una moltitudine di figli. Anche i diaconi dovevano comportarsi così.

   Il profeta della Restaurazione del Vangelo, Joseph Smith, non riusciva a comprendere come i patriarchi, Davide e Salomone potessero aver trovato favore presso il Signore pur vivendo in maniera contraria a certe moderne norme morali. Pertanto nel 1831, mentre stava studiando la vita dei patriarchi dell’Antico Testamento, fu indotto ad offrire una preghiera e ne ricevette una risposta: doveva ripristinare il matrimonio plurimo che, in quanto ordinato dal Signore, non è adulterio.
La dottrina del matrimonio plurimo fu annunciata ufficialmente dalla Chiesa ai fedeli nel 1852.

Il matrimonio
   Per comprendere il perché del matrimonio in generale, così come viene evidenziato nelle Sacre Scritture del Cristianesimo, occorre avere la consapevolezza che l’opera di Dio è principalmente quella di “far avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo” e che, senza un corpo fisico, l’uomo non può godere di una pienezza di gioia. Dato che nel mondo pre-terreno avevamo solo un corpo di spirito, per avere un corpo fisico, dovevamo venire sulla terra per dare prova di noi stessi; si può ben dire, pertanto, che mettere al mondo figli è una delle più alte priorità nel piano del Signore.
   Il primo comandamento riportato nelle Scritture è quello che afferma: “Moltiplicatevi e riempite la terra”. Nessuno però pensi che questo comandamento indichi l’avere figli al di fuori del matrimonio, ordinanza indispensabile per ottemperare a quanto ha scritto l’apostolo Paolo in I Corinzi 11:11  “…nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna.”
   L’alleanza del matrimonio per il tempo e per l’eternità può essere celebrata solo nei Templi del Signore e ce ne sono oggi circa 140 situati nelle varie parti del mondo: vi si celebrano solo matrimoni singoli (un uomo e una sola donna). L’importanza che quest’alleanza riveste per il Signore, si desume anche dalla Scrittura che si trova in 1 Timoteo 4:1-3 dove l’Apostolo Paolo profetizza: “… nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, ….. i quali vieteranno il matrimonio …”. (2)

L’apostasia penalizza le donne
   Nelle comunità cristiane di circa 2000 anni or sono, le donne esercitavano un diritto di cittadinanza ma, successivamente, vennero emarginate via via che la Chiesa di allora, fondata dall’imperatore Costantino, si trasformava in religione politica dell’Impero Romano. Fu imposto loro il silenzio, furono escluse dai posti di responsabilità e venne loro negato il diritto di esporre il proprio pensiero.

   Nel diciannovesimo secolo, la cultura dei politici in fatto di cristianesimo derivava pertanto da una teologia e da una pratica basate sui cambiamenti apportati al tempo dell’Impero Romano. Le numerose modifiche agli insegnamenti scritturali dati da Dio avevano infatti stravolto la dottrina cristiana originale, facendo sprofondare il cristianesimo nella “grande apostasia” predetta dai profeti e, nella fattispecie, il concetto di una pluralità di cieli per il raggiungimento dei vari livelli di gloria scomparve (3). Anche il divieto di matrimonio, già profetizzato come futura apostasia da Paolo (1° Timoteo 4:1-3), ha senz’altro sviato la cultura cristiana dalle finalità di Dio.
   I politici, pertanto, ignoravano che, con la restaurazione del cristianesimo di Gesù Cristo, realizzata tramite il profeta Joseph Smith (1830), la religione cristiana fosse rinata a nuova vita. In particolare, essi non percepivano il grande cambiamento che era avvenuto nei confronti delle donne. Nella comunità mormone, infatti, esse avevano riacquistato il diritto di riunione, di associazione, di espressione, di coscienza, di pensiero ed erano ritornate ad essere interpreti della Parola, predicandola dal pulpito. Le donne mormoni, prime nel mondo ad ottenere il diritto al voto, hanno inoltre avuto anche un forte impegno civico, sostenuto dalla Chiesa, poiché hanno partecipato alle Convenzioni per il voto alle donne e sono state persino designate e scelte quali membri del Consiglio Nazionale delle donne a Washinton.

Leggi antimormoni
   Sono circa una ventina gli interventi legislativi fatti dai politici per contrastare la comunità cristiana dei mormoni. Qui ne citerò solo due.
Nel 1862 il presidente Lincoln firmò la legge anti-bigamia ma non si adoperò perché fosse attuata.
   Nel 1870 fu presentata una legge la cui azione era principalmente diretta contro i cosiddetti “riformatori”. In detta legge si parlava delle donne della Chiesa della comunità cristiana dei mormoni come di creature <oppresse> e <degradate> dai loro mariti-oppressori.
   Queste donne si opposero in massa contro questa proposta di legge. L’opposizione da parte delle donne fu una grande sorpresa per i politici e per le suffragette, che vedevano in loro la quintessenza della sofferenza e della schiavitù.
   Le donne della Chiesa trovarono alleati nei giornali dell’est, che opposero resistenza a questa proposta di legge contestandone l’aspetto militaresco del contenuto. Alla fine, questa strumentale proposta, che aveva soprattutto lo scopo di togliere a questa comunità il governo del loro proprio territorio, fu respinta. Il territorio amministrato dalla Chiesa comprendeva allora lo stato dell’Utah, la parte occidentale del Colorado, una piccola parte del Wyoming e gran parte del Nevada.

   La reazione delle donne evidenziò anche la completa ignoranza che i politici avevano in merito alla storia della cultura cristiana, in merito al matrimonio plurimo, nonché la grande insensibilità verso un popolo che, per il suo amore per Dio e per l’attaccamento alla Sua causa, aveva sofferto fame, freddo, pericoli di ogni sorta e quasi ogni genere di privazioni. Questo popolo ha preferito la morte, alla schiavitù ed all’ipocrisia.
   Questo popolo sfuggì alla tirannide spirituale delle allora religioni di Stato europee (molti mormoni provenivano da Stati come l’Inghilterra, la Svezia, la Germania, ecc.), e affrontò un viaggio estremamente difficoltoso, percorrendo anche circa 1700 km a piedi. Alcuni di loro avevano trainato addirittura dei carretti a mano carichi di masserizie sotto la pioggia, la neve e su percorsi molto spesso gelati e dormendo di notte all’addiaccio. Si calcola che l’emigrazione fu di circa 70000 persone e che di queste ben 6000 morirono a causa di questi trasferimenti e delle persecuzioni patite dalla plebaglia e dai politici. Un governatore arrivò persino ad emettere un ordine di sterminio verso questa comunità cristiana. (4)
   La reazione delle donne alle deliranti accuse dei politici era prevedibile: per comprenderla bastava avere un minimo di conoscenza della reale storia di queste donne, della loro condizione, della loro fede e dei loro affetti.

I diritti visti dalla parte delle donne
   Dio ha dato alle donne il diritto inscindibile di essere mogli e madri, ed è attraverso la messa in pratica di questo diritto che esse possono, insieme all’uomo, arrivare al più alto grado di gloria nel regno celeste.
   Le donne che contraevano matrimonio plurimo conoscevano bene questo loro diritto. In una società come quella che si era insediata nella valle del Grande Lago Salato, dove gli uomini rispetto alle donne erano numericamente in netta minoranza, questo tipo di matrimonio per molte donne rappresentava l’unico modo per avere una famiglia.
   Esse pertanto difendevano i loro diritti evidenziati dalla condizione sociale del momento. Questi erano:

-          il diritto di avere un marito in una società con pochi uomini;
-          il diritto alla famiglia;
-          il diritto di avere una protezione fisica da parte dei loro mariti; per riuscire a comprendere l’importanza di questa esigenza, dobbiamo ricordarci che siamo nell’Ovest americano, dove la violenza era frequente e dove una donna sola ne era in assoluta balia; 
-          il diritto di avere un sostegno materiale da parte dei loro mariti; le terre dove si erano insediati i vari gruppi dei coloni mormoni erano per lo più deserte e rocciose e dove la coltivazione era un’impresa faticosa;
-          il diritto di procreare dei figli e farsi una posterità;
-          il diritto di voto; Brigham Young fu il primo profeta cristiano e governatore a concedere questo diritto alle donne nel 1869; successivamente questo suffragio femminile fu nuovamente tolto dal governo centrale fino al 1920, anno in cui fu promulgato per tutti gli Stati Uniti; è incredibile la contraddizione del governo centrale che sosteneva di difendere le donne e poi toglieva loro il diritto acquisito al voto, concesso loro dai propri “uomini-oppressori”;
-          il diritto delle pari opportunità, del quale il profeta e governatore Brigham Young fu un concreto sostenitore. Ciò è dimostrato dal fatto che, ogni volta che venivano fondate una scuola o un’accademia, egli pretendeva che nel consiglio di amministrazione ci fosse almeno una donna; (5)
-          il diritto di perseguire la loro speranza di fede, che si basava sulla vera dottrina cristiana, che afferma che, per raggiungere il più alto grado di gloria nel regno celeste, è vincolante lo stato di coniuge. Gli uomini non sono salvati da soli tanto quanto le donne non ottengono un’eterna pienezza se non nel e per mezzo della continuazione del nucleo familiare nell’eternità. La salvezza nel più alto grado di gloria è una faccenda di famiglia.

   Le due leggi del governo centrale sopra citate, se applicate in quel momento storico, avrebbero tolto gran parte di questi diritti a molte donne.

   La Chiesa di allora cercò di far dichiarare anticostituzionale la legge contro il matrimonio plurimo in quanto, secondo i suoi dirigenti, questa era in netto contrasto con il diritto sancito dalla Costituzione sulla libertà religiosa, ma non ci riuscì.

Analisi politica
   Per capire le cause di questa sorta di legiferare da parte dei politici contro i mormoni, è necessario tener presente che il primo obiettivo di un politico è il potere che, in un paese democratico dove funziona la libertà di stampa, si raggiunge attraverso il consenso.
   Come potevano i politici della città di Nauvoo (Illinois) dove si insediarono i mormoni a seguito del costrittivo e continuo loro peregrinare, continuare a mantenere il potere con la presenza di una comunità fortemente coesa e numericamente superiore alla comunità non mormone? Alla prima consultazione elettorale sarebbero spariti. Il politico, pertanto, aveva solo una soluzione: strumentalizzare l’opinione pubblica per rendere giustificabili i suoi inconfessabili interventi.
   A Nauvoo, gli abitanti vedevano minacciati i loro commerci, in quanto i mormoni erano più competitivi grazie alle loro attività che, come accennato in precedenza, si basavano su un’organizzazione del lavoro realizzata sul cooperativismo. Per questo motivo l’odio contro i mormoni crebbe, ed arrivò, in alcuni casi, fino al punto di ostacolare il loro diritto di voto come avvenne nella Contea di Daviess, nell’agosto 1838. Alla fine, circa tre mesi dopo, per costringere la comunità mormone ad andarsene, il governatore di quel territorio emise un ordine di sterminio.
   Tre giorni dopo quest’ordine, duecento uomini assalirono il centro di Haun’s Mill e uccisero diciassette mormoni fra uomini e bambini. Dopo il massacro, il profeta Joseph Smith e altri dirigenti furono addirittura arrestati e condannati alla fucilazione. Il capo della milizia, tuttavia, si rifiutò di eseguire l’ordine, definendo tale decisione un “assassinio a sangue freddo” e minacciò il proprio comandante, informandolo che lo avrebbe ritenuto responsabile davanti ad un tribunale.
   L’esodo era inevitabile e quando poi i Santi arrivarono nella Valle del Gran Lago Salato le donne ricevettero il diritto di voto. L’acquisizione di questo diritto non poteva essere ben visto dai politici, in quanto potenziava elettoralmente la comunità mormone, rendendola sempre più padrona del proprio territorio. Il potere politico centrale, aizzato dai suoi emissari, non perdeva occasione per gettare discredito sui mormoni. Tre fatti significativi che qui di seguito riporto ne sono eloquente testimonianza:

a)      Il partito democratico era a favore dello schiavismo e contrario al matrimonio plurimo. Era favorevole a ridurre in schiavitù le persone contro la loro volontà ed era invece contrario al matrimonio plurimo contratto liberamente per consenso delle parti. Più coerente era invece il partito repubblicano che era contrario sia alla schiavitù che al matrimonio plurimo.

b)      L’immagine negativa della Chiesa acquisita e utilizzata dai politici del governo centrale fu soprattutto opera di funzionari inviati nello Utah da questo governo. Il danno peggiore fu causato dal Giudice William W. Drummond (1854), la cui amante, in numerose occasioni, prese posto sul podio mentre il giudice rimproverava i mormoni per la loro immoralità, riferendosi al matrimonio plurimo. Egli era arrivato nello Utah con una prostituta per amante dopo aver abbandonato moglie e figli. Egli attaccò anche la giurisdizione dei tribunali locali che gli abitanti dello Utah consideravano la loro più importante difesa legale contro gli attacchi dei nemici. Le sue numerose accuse ebbero credito comunque presso il governo centrale.

c)      Per molti anni il governo negò i titoli di proprietà delle terre ai mormoni sperando altresì che, quando la ferrovia transcontinentale, la cui costruzione peraltro era stata caldeggiata da Brygham Young,  avesse raggiunto quelle terre, la Chiesa sarebbe crollata. La sicurezza dei politici, nel fare questa previsione, era basata sull’erronea credenza che Brygham Young fosse un malvagio dittatore e pertanto la ferrovia sarebbe stato un ottimo mezzo per sfuggire da lui. Questo fatto sta a dimostrare quanto le falsità possano influire sul pensiero di politici superficiali e pronti alla strumentalizzazione.

La libertà di stampa
   I politici, nel portare avanti la loro opera di discredito verso questa comunità cristiana, dovevano però tener conto anche di una reale libertà di stampa, che diverse volte prese posizione a favore dei mormoni pubblicando interviste senza pregiudizi rilasciate dai loro leaders, come fece il New York Times.
   Anche l’editoria pubblicava libri molto illuminati sui mormoni. Uno di questi, dal titolo “The City of the Saints” (1860), fu scritto dal famoso viaggiatore Richard Burton che fu anche console britannico a Trieste.
   In sostanza, le persone che sapevano distinguere fra strumentalizzazione e realtà avevano di sovente un giudizio positivo verso il popolo mormone, il popolo della restaurazione del vero Vangelo di Gesù Cristo.
   Nel 1858 il governo centrale mandò l’esercito ad invadere il territorio dello Utah del nord. Circa 35000 santi che vivevano al nord furono costretti a trasferirsi al sud. Quell’ulteriore esodo mise in evidenza l’indignazione della popolazione, che abbandonava le proprie case dando loro fuoco, affinché non fossero utilizzate dai soldati. Quest’atto estremo evidenzia la drammaticità della situazione specie alla luce del fatto che questo popolo era estremamente povero, dato che gli ultimi raccolti erano andati quasi totalmente persi a causa di una forte invasione di grilli; gli uomini vestivano con stracci e con i piedi fasciati, e molte donne e bambini andavano a piedi scalzi.
   L’esodo di una massa così grande di persone richiamò sulla Chiesa l’attenzione nazionale ed internazionale.
   Il London Times riferì: “Siamo informati che essi hanno intrapreso un viaggio di oltre ottocento chilometri in un deserto senza piste”.
   Il New York Times dichiarò: “Riteniamo che sarebbe poco saggio trattare il Mormonesimo come una seccatura da eliminare per mezzo di un comitato di salute pubblica”.
   Tutta questa storia ci insegna che, quando un politico diventa moralizzatore del prossimo, può diventare capace di qualsiasi eccesso, specialmente se quest’azione “moralizzante” è diretta contro altre culture: tutto ciò diventa odio verso il diverso e pertanto verso Dio.

Il fattore economico
   Alla conferenza generale dell’ottobre 1865, Brygham Young annunciò che i Santi dovevano aiutarsi l’un l’altro economicamente. Egli dichiarò: “Che ogni Santo degli Ultimi Giorni, maschio o femmina che sia, decida in cuor suo che non acquisterà merci da nessuno, se non dai suoi fedeli fratelli, i quali faranno del bene con il denaro che avranno così guadagnato. So che è volontà di Dio che ci aiutiamo tra noi, poiché se non lo facciamo periremo; non riceveremo aiuto da nessuno se non da Dio e da noi stessi… Dobbiamo proteggere il nostro benessere, poiché i nostri nemici sono decisi a distruggerci”.
   Di nuovo nel 1868 il presidente Brygham Young spiegò chiaramente che la linea di condotta dei mormoni “deve essere di non trattare con i commercianti non appartenenti alla Chiesa e risparmiare i nostri mezzi per altri scopi che non siano quelli di arricchire degli estranei. Dobbiamo usare il nostro denaro per proclamare il Vangelo, raccogliere i poveri ed aiutarli, costruire templi, costruirci delle case e impiegare questo denaro per uso migliore che non darlo a coloro che lo useranno contro di noi”.
   I dirigenti della Chiesa quindi cominciarono a promuovere cooperative di proprietà dei fedeli residenti e dirette dalla Chiesa, per evitare ogni pericolo per la stabilità economica dei Santi.
   La prima impresa cooperativa sul territorio dello Utah fu fondata nel 1864.

Cessazione
   Al di là delle nostre convinzioni personali, da questa breve storia emerge chiaramente che il matrimonio plurimo è stato in passato una pratica cristiana, e in alcuni casi anche approvata dal Signore che era il Dio dell’Antico Testamento, il Dio del Nuovo Testamento ed è il Dio dei tempi attuali cioè della restaurazione di tutte le cose.
   Nel 1890, in seguito ad una rivelazione ricevuta dal Signore, il profeta di allora Wilford Woodruff fece abolire tale pratica affinché i suoi fedeli potessero rispettare le leggi dello Stato. Parlando di questa rivelazione, il Presidente Wilford Woodruff sostenne che fu Dio, non il congresso degli Stati Uniti, che portò la Chiesa alla cessazione ufficiale del matrimonio plurimo (6). Questa rivelazione, in quanto tale, fu sostenuta all’unanimità, mediante alzata di mano, da tutta la congregazione dei fedeli.  
   Da allora, tutti coloro che sposano più di una moglie o solo professano tale pratica vengono scomunicati, e quei gruppi che oggi praticano quest’usanza, che i mas-media erroneamente accomunano alla comunità cristiana dei “mormoni”, non hanno nulla a che fare con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Le sette che praticano la poligamia non trovano nessuna tolleranza da parte della Chiesa, in quanto queste pratiche sono oggi incompatibili con la recente parola rivelata dal Signore: Dio ha abolito tale pratica.
   In merito al matrimonio possiamo così riassumerne i vari aspetti:
a)      Il matrimonio singolo, fra l’uomo e la donna, è stato reso eterno una domenica di Pasqua, 3 Aprile 1836, allorché il profeta Elia, tanto atteso dalle famiglie ebree, è apparso nel tempio del Signore a Kirtland, consegnando a Josep Smith le chiavi di questa sacra ed insostituibile ordinanza. Questa è la forma più elevata di matrimonio riconosciuta dalla Chiesa: essa assolve a due fondamentali obiettivi del Piano del Signore. Il primo consiste nel dare la possibilità ai figli di Dio di ricevere un corpo in carne ed ossa e, il secondo, di dare ai coniugi la possibilità di poter raggiungere il più alto stato di gloria nel regno celeste.
b)      Il matrimonio plurimo è stato da Dio ordinato finché le necessità divine ne avevano necessità (posterità) e le condizioni sociali e legislative degli Stati lo potevano permettere. Visto dall’ottica di Dio, questo tipo di matrimonio dava più possibilità al suo Piano. Oggi però Dio ha abolito tali unioni e siccome l’obbedienza è la prima legge del cielo, coloro che non si adeguano a questa nuova rivelazione cadono in apostasia e vengono scomunicati dalla Sua Chiesa.
c)      La proibizione del matrimonio singolo è una dottrina nettamente in antitesi con gli scopi di Dio. Essa mina alla radice dei presupposti per cui l’uomo è stato creato maschio e femmina. La maternità in queste condizioni non può essere esercitata e ciò vanifica il processo per cui i figli spirituali di Dio vengono sulla terra: fare la loro esperienza con un corpo di carne ed ossa.

Il vero scopo del matrimonio plurimo visto dall’ottica di Dio (7)
   Secondo i cristiani della comunità mormone, il regno di cui parla Daniele nell’interpretazione del sogno di re Nebucadnetsar è La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, restaurata da Dio e non dall’uomo e destinata, nonostante un modestissimo inizio, a riempire la terra intera grazie soprattutto ad una posterità voluta da Gesù Cristo tramite il matrimonio plurimo come accadde a Giacobbe che con la sua posterità dette origine alle 12 tribù d’Israele.
   Ancor prima di Giacobbe però occorre ricordare che Abrahamo ricevette delle promesse riguardo alla sua posterità e sul frutto dei suoi lombi, lombi dai quali discese anche il profeta Joseph Smith, promesse che dovevano continuare fintantoché essi fossero stati nel mondo e anche fuori dal mondo. Questa promessa è anche per i mormoni, perché essi discendono da Abrahamo; è mediante questa legge che viene la continuazione delle opere del Padre Celeste.
Gesù disse:

“Andate dunque, e fate le opere di Abrahamo; aderite alla mia legge e sarete salvati. Ma se non aderite alla mia legge, non potete ricevere la promessa di mio Padre, che egli fece ad Abrahamo. Dio comandò ad Abrahamo, e Sara diede Agar in moglie ad Abrahamo. E perché ella lo fece? Perché questa era la legge; e da Agar sorsero molti popoli. Ciò adempiva dunque, fra le altre cose, le promesse. Fu dunque Abrahamo sotto condanna? In verità vi dico, No; poiché io, il Signore, lo comandai.” (D&A 132:32-35)

   L’Anziano Neal. A Maxwell ebbe a dire:

   “Ho creduto per molto tempo che dentro alcune delle dottrine più difficili, molto in profondità, ci siano alcune delle più grandi verità e dei principi più preziosi. Ma queste non devono essere scoperte casualmente o con irriverenza. L’obbedienza porta veramente sia le benedizioni che una conoscenza ulteriore…”

   Quando tutta la storia disponibile è stata analizzata ed estrapolato le possibili cause apparenti che ho esaminato in questo capitolo, due domande restano ancora nelle nostre menti: perché i primi mormoni praticavano la poligamia? e perché Dio la comandava?

   Chi critica la Chiesa non considera che l’obbedienza è una dottrina fondamentale del Vangelo di Gesù Cristo, e che il matrimonio plurimo era un’opportunità di mostrare dove si trovava la lealtà di una persona.
Imparare semplicemente l’obbedienza in tutte le cose ha i suoi meriti, malgrado sia impopolare presso i critici del cristianesimo.

Brigham Young disse:

“Dio non introdusse mai l’ordine patriarcale del matrimonio solo per compiacere l’uomo nei suoi carnali desideri, e neppure per punire le femmine per qualcosa che potessero aver fatto; ma lo introdusse per il chiaro scopo di allevarsi una stirpe al Suo nome, un real sacerdozio, un popolo particolare.”

   Riporto ancora una volta il versetto 30 del capitolo di Giacobbe 2 che afferma:

“  30 Poiché se io, dice il Signore degli eserciti, vorrò allevarmi una posterità, lo comanderò al mio popolo; altrimenti essi daranno ascolto a queste cose.”

   La poligamia fu uno strumento efficace per vagliare qualsiasi famiglia che volesse fare i sacrifici pertinenti al matrimonio plurimo e si dedicassero senza riserve al Vangelo restaurato.
   I figli allevati in un tale ambiente non potevano certamente avere dubbi sulla convinzione dei loro genitori. Inoltre il fatto che molti dirigenti della chiesa avevano unioni poligame accresce questa convinzione.
   È evidente allora che il matrimonio plurimo servì a formare una generazione devota alla loro fede. Questa generazione scampava dalle persecuzioni fisiche dell’Ohio, del Missouri e dell’Illinois. Il quesito esistenziale, postogli praticamente dal Signore, era essenzialmente per vedere se essi avrebbero riposto la loro devozione alla chiesa o alla nazione? A Dio o all’uomo? Alla rivelazione divina o alla convenzionalità?

L’anziano Douglas H. Parker ebbe a dire:

“L’istituzione della poligamia fu la cosa migliore che fosse mai accaduta al Mormonismo, e la soppressione della poligamia per mano del governo federale fu l’altra cosa migliore…”

   Infatti la poligamia da parte della Chiesa divenne di conoscenza pubblica nel 1852. La chiesa era giovane, poco conosciuta, e spesso derisa. Essa attirava convertiti dal New England, Canada, Scandinavia, Inghilterra, Scozia, Galles, e da altri luoghi. A volte questa gente non aveva neanche un linguaggio condivisibile ed era pertanto necessario che questa diversità di membri fosse unificata in un gruppo sociale solido e durevole.
   Ciò avvenne in due modi: con l’isolamento nel bacino di Salt Lake e con la poligamia che era odiata dalla maggior parte degli americani.
   C’erano poche cose, a parte la teologia, che separassero i mormoni dalla normale società americana. La poligamia era l’ideale per creare una linea divisoria fra i “Gentili” e “Sion” d’America. Per comprendere appieno questo aspetto, ricordiamoci il motivo per cui Dio tenne il popolo di Mosè quarantanni nel deserto prima di farlo entrare nella loro terra di origine. Il prolungato periodo passato nel deserto fu sanzionato da Dio per la loro poca fede, li umiliò e li mise alla prova. Questo fu un mezzo per educare ad una “fede ferma ed irremovibile” prima che si mescolassero agli abitanti di Gerusalemme dove c’era molta corruzione.
   Così anche i mormoni rimasero isolati fino all’avvento della ferrovia nello Utah quando ormai la loro cultura sociale e religiosa ben definita era assicurata, poiché essi avevano trascorso circa metà del secolo in conflitto con il governo degli Sati Uniti a motivo della poligamia.
   La poligamia era servita al suo vero scopo sociologico di origine divina: creare una comunità coesa e ferma sui principi del Vangelo grazie all’acquisito e consolidato principio dell’obbedienza. La fede irremovibile della “posterità” di questo popolo così perseguita sarebbe stata determinante, come lo fu infatti, affinché la Chiesa potesse acquisire potere e così affermarsi definitivamente in tutto il mondo.

   Concludendo possiamo affermare che tutti gli altri motivi descritti in questo capitolo, anche se molto importanti per le donne che contraevano questo tipo di matrimonio, sono secondari al motivo fondamentale per cui il Signore dette l’ordine di applicare il matrimonio plurimo: Egli aveva necessità di realizzare “una posterità dalla fede ferma e irremovibile” prima che la ferrovia trasportasse persone di ogni genere, cultura e religione.





  
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NOTE:
(1)      “Dottrine e Alleanze, manuale dello studente”, opera della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, stampato in Germania nel 1986.
(2)      “The inevitabile Apostasy” Tad R. Callister, Deserte Book Company, Salt Lake City, Utah.
(3)       “The inevitabile Apostasy” Tad R. Callister, Deserte Book Company, Salt Lake City, Utah.
(4)      “Innovazione… oltre il pregiudizio”, Piero Durazzani.
(5)      “Dalla libertà religiosa al laicismo innovato”, Piero Durazzani, capitolo “I Mormoni: pionieri dei diritti civili e religiosi”, edizioni GFP, 2007.
(6)      “Il nostro retaggio”, Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, 1996, Germany.
(7)      Parte dell’informazioni riportate in questo capitolo sono state desunte dall’articolo “Qual era lo scopo del matrimonio plurimo?” della More Good Foundation.

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