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mercoledì 1 febbraio 2012

(B) MORTE PRIMA DI ADAMO


Per una maggior comprensione di questo post (B) si suggerisce di leggere prima il post contrassegnato con la lettera (A) e poi completare con quello indicato con la lettera (C)

Vita e morte prima di Adamo (1)
   Le vaste serie di depositi di fossili ritrovati dai geologi contengono la testimonianza che la terra passò attraverso ere di preparazione durante le quali generazioni di piante ed animali dettero vita a strati di esistenza che in notevole parte sono arrivati fino a noi.
   Pertanto prima dell’avvento dell’uomo sulla Terra ci fu vita e morte.
   Col passare delle varie ere geologiche la terra arrivò ad una condizione adatta all’abitazione dei figli e delle figlie di Dio e quindi Adamo venne sulla Terra. Ma l’inizio dell’esistenza mortale dell’uomo sulla Terra non fu l’inizio dell’uomo; egli visse precedentemente, proprio come vivrà dopo che la Terra sarà passata ed il suo posto sarà preso da una nuova terra ed un nuovo cielo.

Cause primarie e secondarie (2)
   C’è molta confusione nella discussione che riguarda il conflitto nell’insegnamento dell’origine dell’uomo fra evoluzionisti e teologi. Il termine origine è sempre utilizzato in senso relativo. La mente dell’uomo è incapace di poter afferrare il pensiero fondamentale di un origine assoluta o primaria. Ogni evento al quale l’uomo assiste è il risultato di qualche causa o scopo precedentemente avvenuto; e quella causa di conseguenza è il risultato di altre cause più remote. Forse non siamo mai in grado di risalire alla causa originale di un effetto. L’uomo può dire di comprendere l’origine di una quercia dalla ghianda dalla quale essa è spuntata; ma non è la ghianda stessa frutto di una quercia esistita precedentemente e pertanto una continuazione anziché un inizio? Una cosa è certa che la persistenza di un processo una volta iniziato è molto meno misterioso del suo inizio.
   È insufficiente rispondere a domande su come le cose divennero quello che sono oggi semplicemente attraverso la spiegazione che Dio le ha create così. Questa ovviamente è una risposta che fa impazientire l’uomo di scienza. Il fatto che tutte le cose create sono opera di Dio e che tutti i processi della natura sono a causa della Sua amministrazione di leggi e ordine, alla mente scientifica non è altro che un assioma che non richiede discussione ne dimostrazione. Il botanico sa che Dio fa crescere la pianta lui (il botanico) sta dedicando tempo ed energia della mente e dello spirito nello studiare la via per la quale Dio opera tale miracolo. Il geologo sa che Dio ha creato la Terra; ma lo sforzo più grande della sua vita (del geologo) è utilizzato a trovare il modo in cui il Creatore ha portato questo pianeta all’esistenza. In conclusione lo scienziato è molto impegnato nella ricerca delle cause secondarie, cioè i motivi e le vie per cui Dio opera tali eventi e nella sua ricerca della verità l’uomo raramente si azzarda di alzare gli occhi e guardare alla prima causa cioè il potere eterno che sta ed opera dietro e sopra a tutte le cause secondarie che comunemente sono chiamate i processi della Natura.

L’origine dell’uomo
   La domanda riguardo all’origine dell’uomo che si fanno gli uomini di scienza non va considerata da parte dei credenti una sfida al fatto che egli venne sulla Terra per direzione Divina, ma questo quesito fa parte della natura stessa dell’indagine cioè quello di scoprire le condizioni sotto le quali egli venne.
   Parlando dell’origine dell’uomo noi generalmente ci riferiamo alla creazione del suo corpo. Confondere il corpo con l’uomo è un errore grave e limita grandemente la nostra ricerca. Infatti il corpo dell’uomo è la componente biologica che ha meno valore.
   L’uomo, come un’intelligenza individuale, è esistito prima che il suo corpo terreno fosse formato ed esisterà anche dopo la sua dissoluzione.
   E importante rilevare che il credere sull’esistenza dello spirito dell’uomo è un concetto fondato solamente sull’autorità delle Sacre Scritture è un grosso equivoco:  l’esistenza dello spirito dell’uomo è conforme con il migliore e più avanzato pensiero scientifico, ne è un inizio di dimostrazione l’evoluzionismo basato sul concetto del controllo della complessità che va ben oltre il concetto dell’evoluzione corporea che da essa è controllata (controllo funzionale) per poi arrivare a controllare la complessità dei nostri pensieri, passioni e azioni conseguenti. Sappiamo poco riguardo alle cose oltre alla nostra sfera nella quale viviamo eccetto all’informazione rivelata da un potere superiore e da un intelligenza superiore a quella dell’uomo. Esso ci dice che il corpo uomo non è il culmine di uno sviluppo evolutivo da esseri di ordine inferiore ma egli corrisponde al suo spirito che è eterno. Il corpo perfetto è la controparte dello spirito perfetto ed i due costituiscono l’uomo. Nell’uomo si evolve sempre più il grado di perfezione grazie al controllo della sua complessità.
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Note:
 (1 e 2)  Affermazioni desunte dal discorso dell’Anziano James E. Talmage (uno dei Dodici Apostoli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) tenuto nel 1931 a Salt Lake City.

Post estratto dal libro: "Il geo-cristianesimo" di Piero Durazzani

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