LIBRI e-book

LIBRI e-book

TRANSLATE

giovedì 5 gennaio 2012

TEORIA QUANTISTICA: UN DIO ORGANIZZATORE


   La teoria quantistica ha avuto un successo straordinario ed è alla base di quasi tutta la scienza e le tecnologie moderne.
   Le uniche aree della scienza fisica in cui la meccanica quantistica non è ancora stata propriamente integrata, sono: la teoria della gravità e lo studio della struttura su larga scala dell’universo.
   Stephen W. Hawking, forse il maggior cosmologo vivente, ha scritto recentemente un libro dal titolo “La grande storia del tempo”, nel quale si avvale del pensiero del fisico americano Leonard Mlodinow per esporre delle riflessioni sulle origini e sul destino dell’universo. In questo suo libro egli, fra l’altro, affronta un argomento di grande attualità fra gli scienziati: la teoria quantistica della gravità.
   Egli scrive:
“Anche se non possediamo ancora una teoria quantistica della gravità, ne sta comunque emergendo una che presuppone che lo spazio-tempo abbia un’estensione finita, senza avere però alcuna singolarità che lo delimiti al pari di un confine, di un margine esterno. Lo spazio-tempo sarebbe allora simile alla superficie della Terra: l’unica differenza consisterebbe nell’avere due dimensioni in più. In questa condizione, se una persona continua a viaggiare in una determinata direzione sulla superficie della Terra, non si imbatterà mai in una barriera invalicabile, né precipiterà da un ipotetico margine esterno, ma finirà invece per ritornare al punto da cui è partita, senza cadere dal margine e senza finire in qualche singolarità. Così, se quest’ipotesi è corretta, la teoria quantistica della gravità ha dischiuso una nuova possibilità, in cui non sarebbero presenti singolarità in corrispondenza delle quali le leggi scientifiche verrebbero a perdere la loro validità.
   Se lo spazio-tempo non ha un confine, non c’è bisogno di specificare che cosa avviene in corrispondenza di questo confine – non c’è bisogno di conoscere lo stato iniziale dell’universo. Si potrebbe dire che <La condizione di confine (o al contorno) dell’universo è quella di non avere alcun confine>. L’universo sarebbe completamente autonomo e non sarebbe soggetto ad alcuna influenza esterna. Non sarebbe stato creato, e non verrebbe mai distrutto: esso esisterebbe e basta. Finché si crede che l’universo abbia avuto un inizio, il ruolo di un creatore sembrerebbe chiaro. Se l’universo invece è in realtà completamente autonomo, senza un confine o un limite esterno, senza un principio né una fine, la risposta non è più tanto ovvia: quale resterebbe quindi il ruolo per il suo creatore?”
   Quello che sostengono i mormoni: un Dio organizzatore!
   Sì, un Dio che organizza la materia per rendere abitabili gli universi, e che organizza la vita.

   Secondo la conoscenza che il Signore ha rivelato a Joseph Smith, la parola “creata”, riferita alla Terra, dovrebbe essere interpretata come “formata”, o “organizzata”, poiché gli elementi sono eterni. Pertanto Dio non è un creatore nel senso stretto della parola, ma un organizzatore.
   Quanto enunciato da Joseph Smith su questo argomento della creazione è ampiamente confortato dagli uomini di cultura, successivi al suo tempo. Baden Powell dell’Università di Oxford, per esempio, scrive:
“Il significato di questa parola (creare) comunemente è associato all’idea del <far qualcosa dal nulla>. Ma se indaghiamo più accuratamente intorno alla questione, possiamo sicuramente soddisfarci circa il significato soltanto se partiamo da un esame della frase originale”.
   Powell prosegue, quindi, dicendo che tre verbi ebraici distinti sono usati in passi differenti, con riferimento allo stesso atto divino, e possono essere tradotti rispettivamente con “creare”, “fare”, “formare o modellare”.
   “Ora” (prosegue Powell) “sebbene ognuno di questi verbi abbia la sua sfumatura che lo distingue, tuttavia i migliori critici li ritengono tanto sinonimi che, almeno per ciò che riguarda l’idea del fare dal nulla, dalla prima di queste parole, poco o nessun fondamento si può ottenere per questa dottrina”. Naturalmente, se non si può ottenere alcun fondamento per questa dottrina dalla prima di queste parole, tradotta con “creare”, allora le probabilità che ci sia un qualsiasi fondamento per la dottrina della creazione dal nulla nel verbo tradotto con “fatto”, “formato”, o “modellato” sono ancora minori.
   Il professor Powell dice inoltre:
“Il concetto di <creazione> che significa nel modo più assoluto <fare dal nulla>, o dar vita a qualcosa che prima non esisteva, nel senso più stretto della parola, non è un concetto scritturale; ma esso è stato sostenuto da molti sulla base della teologia naturale, in quanto accresce la bellezza delle idee che ci formiamo del potere divino, stante che il contrario ammetterebbe l’eternità ed esistenza della materia”.

   Se questa nascente teoria quantistica della gravità verrà confermata dal mondo scientifico, essa indirettamente avvallerà quello che Joseph Smith ha sempre dichiarato: Dio aveva il materiale necessario per organizzare il mondo dal caos. I puri principi dell’elemento sono principi che non possono mai essere distrutti; si possono organizzare e riorganizzare, ma non distruggere; essi non hanno avuto principio e non possono avere fine.
   Gli elementi con cui Dio ha organizzato il nostro spirito sono eterni, come lo sono quelli con cui Geova ha organizzato e resa vivibile la terra e nostra madre ha formato il nostro corpo fisico.
   Tutto ciò che è stato organizzato può diventare eterno o ritrasformarsi in stati più elevati, come, per esempio, lo sarà il nostro fisico dopo la sua resurrezione, ma tutto questo può anche degradare, pertanto Dio ha provveduto a darci delle istruzioni affinché questo non avvenga e affinché la vita eterna si diffonda in tutti gli universi. Ed è per questo che Gesù Cristo ha creato (intendi organizzato) i mondi (vedi capitolo precedente).


Questo post è tratto dal libro "Innovazione... oltre il pregiudizio" di Piero Durazzani

Nessun commento: